CANNETO SULL’OGLIO
Posto sulla riva sinistra dell’Oglio, Canneto deriva il proprio nome dalla ricca vegetazione di canne palustri che un tempo ricoprivano il territorio verso il fiume. Conserva edifici religiosi e civili di notevole interesse storico-artistico, a testimonianza dell’importanza e della ricchezza che Canneto ha avuto nei secoli, terra di confine tra i domini dei Gonzaga e della Serenissima. L’economia del paese è stata caratterizzata da due principali settori produttivi: il vivaio e l’industria del giocattolo.
La tradizione vivaistica ha radici profonde nella storia economica e sociale del paese: fin dal XVIII secolo Canneto era conosciuto per la produzione di gelsi da trapianto. A partire dalla metà dell’800 le colture si sono diversificate ed i gelsi sono stati sostituiti da altre specie e varietà di piante.
Oggi, i produttori locali esportano le loro piante in tutta l’Europa e sul territorio operano decine di aziende, d’ogni dimensione. Parallelamente allo sviluppo del vivaismo, nasce a Canneto, intorno al 1880, la prima industria italiana di bambole, la Furga, fondata da Luigi Furga Gornini.
Accanto alla grande industria “madre” nacquero numerose altre fabbriche, di bambole e giocattoli, facendo di Canneto, dall’immediato dopoguerra ai primi anni ‘70, uno dei distretti industriali più importanti del settore a livello europeo. Ma la crisi della bambola tradizionale e gli elevati costi di produzione hanno decimato il numero degli addetti e poi portato alla definitiva chiusura di tutti i centri produttivi.
DA VISITARE:
Museo Civico
Il Museo Civico è allestito nell’imponente edificio che domina piazza Gramsci, costruito nel 1889 su disegno dell’ingegnere Domizio Panini (1844-1909). Le principali raccolte custodite sono la Collezione del giocattolo Giulio Superti Furga e il Centro di documentazione dell’Ecomuseo delle Valli Oglio e Chiese.
La prima espone circa tremila oggetti tra bambole e giocattoli d’ogni epoca e materiale, in gran parte di produzione cannetese. Vi sono conservati esemplari di bambole realizzati in legno, biscuit, feltro, cartapesta, celluloide, stoffa, colaggio, latta, polistirolo, sino al moderno vinile. Si mostrano anche giocattoli d’ogni sorta: costruzioni, strumenti musicali, piccoli mobili, servizi di piatti e vasellame in ceramica, automobili, puzzle, cavalli a dondolo, con decine di esemplari in legno, cartapesta e plastica, il tutto corredato da fotografie d’epoca dei reparti di produzione delle industrie locali, prototipi, stampi, modelli in gesso.
Il Centro di documentazione dell’Ecomuseo è dedicato al territorio, alla sua storia, alla sua cultura, alle genti che in passato su questa terra, compresa tra i due fiumi, hanno saputo sopravvivere, crescere, prosperare. Fra le diverse raccolte troviamo fossili e depositi geologici, conchiglie e scheletri di animali ormai estinti, interessanti reperti archeologici, e una serie infinita di materiali ed attrezzi della civiltà contadina e delle tradizioni folcloristiche locali: i lavori legati al fiume, la filatura, la tessitura, i lavori di casa, le feste religiose, sino ad una simpatica raccolta di giocattoli “poveri”, costruiti in casa con materiali di recupero, tipici della tradizione ludica popolare.
Info e contatti
Indirizzo: piazza Gramsci 1 – Canneto Sull’Oglio (Mantova).
Per prenotazioni di visite guidate e laboratori rivolti alle scolaresche telefonare allo 0376-717010 dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 13.00
E-mail: cultura@comune.canneto.mn.it
www.museodelgiocattolofurga.it
Facebook: Museo Civico di Canneto sull’Oglio
Orari di apertura
Novembre-marzo: sabato 14.30 – 18.30; domenica e festivi 10.00 – 12.30 e 14.30 – 18.30.
Aprile-ottobre: sabato 15.00 – 19.00; domenica e festivi 10.00 – 12.30 e 15.00 – 19.00.
Chiuso dalla Vigilia di Natale alla metà di febbraio, nei giorni di Pasqua e Pasquetta, nei mesi di luglio e agosto. L’ingresso è consentito sino a mezzora prima dell’orario di chiusura.
Teatro Comunale Mauro Pagano
Il Teatro Comunale Mauro Pagano fu edificato nel 1826 su disegno dall’architetto Giovanbattista Vergani. Concepito in sobrie linee neoclassiche, la facciata presenta quattro mezze colonne in stile tuscanico alternate ai tre portali d’ingresso. L’architrave celebrativa in marmo riporta la dedica: AERE-SOCIALI-ANNO-MDCCCXXVI. L’interno, sviluppato su tre ordini di palchi con platea a ferro di cavallo, è riccamente decorato con allegorie e riferimenti ad importanti musicisti.
Nel ridotto del teatro è conservato l’Archivio Mauro Pagano che custodisce 1150 bozzetti del celebre scenografo e costumista cannetese, attivo tra gli anni ’70 e ’80 del ‘900 nei principali teatri d’opera italiani ed europei. La raccolta di disegni con scene e abiti è suddivisa per opere e rappresenta un atto di riconoscenza doveroso nei confronti della famiglia Pagano che ha donato al Comune questo patrimonio.
Info e contatti
Indirizzo: via Corradini 12 – Canneto Sull’Oglio (Mantova).
Prenotazioni spettacoli: telefono 0376-717010 (lun. – ven. dalle ore 10.00 alle ore 13.00)
Biglietteria Teatro: telefono 0376-723510 (attivo solo nei giorni di prevendita biglietti e nei giorni di spettacolo)
E-mail: cultura@comune.canneto.mn.it
Facebook: Teatro Comunale Mauro Pagano
Torre civica
La Torre Civica è l’ultimo segno rimasto dell’antico Castello di Canneto. Notizie storiche dell’edificio si hanno già intorno al 1000 quando la struttura venne ceduta a Landolfo, vescovo di Cremona.
Nell’XI secolo la Torre faceva parte della cinta muraria del borgo, luogo di confine strategico a guardia del fiume Oglio. Nel 1200 il borgo di Canneto entrò a far parte dei possedimenti dei conti Casaloldi, che lo persero a favore del Comune di Brescia. Nel 1217 il castello venne ricostruito da Lotarengo de’ Martinengo, Podestà di Brescia. Con l’avvento dei Gonzaga, signori di Mantova, anche Canneto e il suo castello passarono nei loro possedimenti (1391). Castello e rocca vennero rafforzati da Gianfrancesco Gonzaga intorno al 1430. Con Federico I Gonzaga, per opera dell’architetto militare Giovanni da Padova, il castello venne ampliato, dotato di ponte levatoio e torri di difesa.
Da una mappa dell’epoca si conosce dettagliatamente la sua conformazione suddivisa in tre parti: il borgo fortificato da mura e bastioni con i palazzi e le numerose abitazioni, la Pretura e la Chiesa di Sant’Antonio Abate; la Rocca, ove alloggiava la guarnigione militare; il Revellino, avamposto situato sull’opposta sponda del fiume Oglio, con la funzione di segnalare i pericoli in avvicinamento.
Nei secoli seguenti il maniero fu più volte distrutto e parzialmente ricostruito. Gli austriaci nel Settecento ne operarono il completo abbattimento e da allora la Torre rimane l’unico elemento sopravvissuto fino ai giorni nostri. Sopra il volto d’ingresso, sul lato est, è collocata una statua in pietra dell’Assunta, probabile ex-voto datato al 1666.
Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate
La Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio Abate risale alla fine del XIV secolo. Intorno alla metà del XV secolo diventa Parrocchiale, ricevendo le prerogative dell’antica pieve campestre di Santa Maria in Bizzolano, prima e originaria chiesa del borgo, troppo distante ormai dal nuovo centro abitato per poter servire in modo adeguato la comunità cannetese. La facciata esterna, in pietra a vista, è abbellita da un rosone e da una loggetta in cotto composta da 21 nicchie ad arco trilobato. All’interno l’originaria struttura architettonica ad aula unica con presbiterio a base quadrata è stata completamente trasformata, dapprima con la realizzazione delle cappelle laterali nel XVI secolo e successivamente con la realizzazione della volta a metà del XVIII secolo. La Parrocchiale conserva un patrimonio artistico di notevole interesse: in primis, il gruppo ligneo del Sepolcro, formato da otto statue a grandezza quasi naturale, rappresentanti il Cristo morto e i dolenti. L’intero gruppo è attribuito allo scultore Clemente Zamara, attivo a Canneto agli inizi del XVI secolo. Altre importanti opere sono l’ancona lignea cinquecentesca posta sul fondo absidale, con la centrale figura di Sant’Antonio Abate, attribuita sempre allo Zamara; un crocefisso alto-medioevale; gli affreschi trecenteschi della cappella campanaria; la serie di affreschi della controfacciata risalenti ai secoli XV e XVI; altri altari lignei di pregevole intaglio.
Oratorio di Santa Croce (Chiesa dei Morti)
La sua fondazione trova motivo nella richiesta rivolta dai cittadini cannetesi al Vescovo di Brescia, alla fine del XVII secolo, di poter innalzare un oratorio a memoria dei cari defunti durante la terribile peste manzoniana. I lavori presero il via nella primavera del 1697, quando l’Arciprete Giuseppe Marchesi e i reggenti del comune commissionarono al cremonese Giacomo Malio la costruzione dell’oratorio. L’edificazione si dilungò per più di cinquant’anni e si concluse il 23 aprile 1745 con la solenne consacrazione da parte del Vescovo di Brescia.
Nel 1788 a Canneto venne abolita l’inumazione all’interno del centro abitato e deliberata la costruzione di un nuovo cimitero, che cominciò a funzionare nel 1810. La comunità cannetese, privata della vicinanza dei propri cari defunti, decise di “riportarne” il ricordo all’interno del paese scegliendo, non a caso, l’Oratorio di Santa Croce – luogo sin dalla sua fondazione destinato alla memoria dei morti. Da questo periodo in poi la chiesa iniziò ad arricchirsi di lapidi commemorative, quadretti, corone di fiori e fotografie che ne modificheranno per sempre l’aspetto interno.
Oggi l’Oratorio di Santa Croce, da tutti i cannetesi conosciuto più semplicemente con il nome di Chiesa dei Morti, si presenta nella sua veste singolare ed unica, frutto di stratificazioni storico-antropologiche ed artistiche che hanno visto protagonista la comunità cannetese. Il suo aspetto attuale è infatti il risultato di un accumulo di manufatti, simboli, segni e immagini, che tuttora prosegue, e che perpetua l’antico culto della memoria del nostro territorio.
Chiesa della Beata Vergine del Carmine
Già denominata della “Concezione” era ufficiata sin dal 1566, anno in cui la troviamo citata nella visita pastorale del vescovo Bollani. Fu edificata dalla nobile famiglia bresciana dei Sedazzari, presente a Canneto al servizio dei Gonzaga di Mantova. È la stessa famiglia che nel 1628 dona l’edificio ai padri Carmelitani che a breve, sotto la direzione dell’architetto Ambrosini, la ricostruiscono nelle forme attuali. All’interno si trovano due interessanti cappelle con stucchi e numerosi dipinti di pregevole fattura, risalenti al XVII e XVIII secolo.
Alla Chiesa era annesso un ampio convento (1655), tuttora esistente ma deturpato, i cui edifici prospettano ancora su via Garibaldi, piazza Gramsci e via D’Azeglio. I religiosi Carmelitani rimasero a Canneto dal 1627 al 1780, sino a quando le restrizioni imposte dagli Austriaci li costrinsero ad allontanarsi. Di tutta la Riforma ecclesiastica attuata nella provincia di Mantova, la comunità carmelitana cannetese, fu l’ultima in ordine di tempo ad abbandonare la chiesa e il convento annesso. Il loro ricordo è ancora vivo nella memoria della popolazione locale.
L’attuale Chiesa, sussidiaria della parrocchiale, trovandosi al centro del paese è la più comoda da raggiungere e anche la più frequentata: bastano i rintocchi delle sue antiche campane a far accorrere i fedeli in quella che è comunemente denominata la “Chiesa dei frati”.
La devozione alla Beata Vergine del Carmine è vivissima nella comunità: la solenne festa annuale che si tiene il 16 luglio, e che culmina nella grande processione, mostra la sempre rinnovata e commovente testimonianza dell’amore dei Cannetesi verso la Madonna.
Area naturalistica Gerra Gavazzi
L’area naturalistica Gerra Gavazzi si trova tra le località di Runate e Carzaghetto ed è inserita nel territorio di pertinenza del Parco regionale Oglio Sud. Rimane uno dei pochi e rari esempi di zona umida parzialmente intatta. Lascito del ‘700 al Comune di Canneto sull’Oglio, veniva sfruttata dal punto di vista faunistico e ambientale – proprio per lascito testamentario – dalle famiglie più povere del paese.
Venne scavata dal fiume nei depositi alluvionali, quando, privo di argini, vagava modificando il suo percorso ad ogni piena importante, descrivendo ampie e sinuose curve nella valle fluviale. I meandri di Gerra Gavazzi sono rimasti isolati dal fiume in seguito ad una rettifica effettuata alla fine del XVIII secolo, con lo scopo di favorire la navigazione. Successivamente i meandri abbandonati, chiamati anche “Oglio morto”, si sono impaludati favorendo l’insediamento di flora e fauna tipiche degli ambienti palustri. La lanca è alimentata dalla falda, prossima alla superficie, e da piccoli affioramenti d’acqua che emergono ai piedi delle scarpate (risorgive).
Gerra Gavazzi ha forma di ferro di cavallo ed è lambita, ad est, da campi coltivati in modo intensivo – molto più alti rispetto ad essa – mentre, verso l’Oglio, è delimitata da una parte di argine e da una parte di pioppeto. È caratterizzata da tre ambienti vegetativi che si contraddistinguono anche per la particolare conformazione del terreno: il canneto, la zona boschiva, l’argine dell’Oglio.
Area naturalistica Lanca Runate
Sempre nel territorio del Parco regionale Oglio Sud troviamo Lanca Runate. Come Gerra Gavazzi venne scavata dal fiume nei depositi alluvionali, quando, privo di argini, vagava modificando il suo percorso ad ogni piena importante, descrivendo ampie e sinuose curve nella valle fluviale. I meandri di Lanca Runate sono rimasti isolati dal fiume in seguito ad una rettifica effettuata alla fine del XVIII secolo, con lo scopo di favorire la navigazione. Successivamente i meandri abbandonati, chiamati anche “Oglio morto”, si sono impaludati favorendo l’insediamento di flora e fauna tipiche degli ambienti palustri. La lanca è alimentata dalla falda, prossima alla superficie, e da piccoli affioramenti d’acqua che emergono ai piedi delle scarpate (risorgive).
Informazioni
- Piazza Giacoma Matteotti, 1, 46013 Canneto sull'Oglio MN
- +39 0376 71700
- segreteria@comune.canneto.mn.it
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